Bobby Hendry supervisiona la pianificazione dei pasti, l’igiene e le mansioni del personale nelle strutture di Food for People attualmente attive in India, Nepal e Ghana.
Intervista a Bobby Hendry, direttore del catering.
D: Come hai iniziato a occuparti delle strutture di Food for People (FFP)?
R: Prem Rawat mi ha chiesto di collaborare all’allestimento delle cucine con alti standard nutritivi e igienici. Mi ha dato delle istruzioni iniziali e poi ha regolarmente controllato il mio operato dandomi continui suggerimenti su molti aspetti del progetto. A Bantoli, in India, ho lavorato con gli architetti specificando i materiali per le costruzioni e procurando le attrezzature per la cucina e la sala da pranzo. Ho scelto il personale e ne ho curato la formazione, dando primaria importanza ai requisiti di salute e sicurezza e infine ho creato i menù.
Un aspetto della pianificazione è stato trovare una buona pavimentazione per tutto l’ambiente. Volevo usare qualcosa che non facesse vedere lo sporco anche nei momenti più caotici della giornata, ma allo stesso tempo facile da pulire e non scivoloso.Gli architetti mi hanno suggerito dei pavimenti in pietra indiana grigio scuro. All’inizio ero scettico, ma questo materiale si è rivelato fantastico perché per pulirlo basta passare lo straccio con acqua e varechina. Il pavimento brilla come se avessimo usato una lucidatrice industriale.
D: Qual è l’elemento più importante del successo di queste strutture?
R: Direi che è l’idea che Prem Rawat ha del programma.
Le strutture sono destinate alle persone bisognose, bambini e anziani infermi. Serviamo piatti locali preparati sempre con prodotti freschi e i pasti devono essere bilanciati, contenere vitamine, minerali e carboidrati per garantire a tutti l’apporto giornaliero di calorie necessario a ciascuno. In Nepal e India, i pasti sono composti da riso, roti (focaccia azzima), dhal (curry di legumi), subji (misto di verdure), prodotti in salamoia (frutta o verdure marinate con olio e spezie per dare, se si gradisce, un tocco di sapore in più al piatto) e qualche volta un dolce.
Se vogliono i bambini possono prendere una seconda porzione di tutto. La prima volta che li ho visti mangiare ho pensato che porzioni così grandi sarebbero state troppo anche per un muratore adulto.
D: Cosa rende uniche le strutture del FFP? E che cambiamenti hai visto nei bambini e nella comunità locale da quando sei entrato a far parte del progetto? R: All’inizio non comprendevo a pieno tutti gli effetti che le mense potevano avere. Sono rimasto colpito solo un paio d’anni dopo la loro apertura. Stavo andando a visitare la struttura di Bantoli, vicino Ranchi, per controllare che venissero rispettati gli standard di qualità. Il signor Rawat mi consigliò di fare una visita a sorpresa, così che potessi vedere la routine quotidiana, incontrare anche le persone della comunità locale e parlare con loro per raccogliere informazioni su cosa potesse essere migliorato e come gli abitanti considerassero la struttura. Così sono andato…
La zona nei dintorni di Bantoli sembra un luogo senza tempo. Guardandoti intorno sei consapevole di vedere una scena che si ripete quotidianamente da migliaia di anni con piccolissime variazioni. Tutto il giorno, a causa del caldo, si vedono persone che attraversano i campi con calma, capre e mucche al pascolo accompagnate da mandriani con il turbante che si appoggiano ai loro lunghi bastoni e si sente il tintinnio dei campanacci delle mucche. Ci sono contadini, uomini e donne, chini a curare i loro campi; le conversazioni indistinte degli agricoltori aleggiano nell’aria calda e immobile; donne camminano con la schiena dritta sotto il peso di fardelli di legna per cucinare, portata sulla testa; altri sono diretti al mercato o a lavoro, alcuni in bicicletta, ma non c’è nessuna automobile. È una zona povera con pochissimo cibo in più a disposizione.
Continua….presto la seconda parte.