Jake Frankel, caporedattore della Fondazione Prem Rawat, è stato recentemente a Soweto, in Sudafrica. Questa è la seconda parte di una serie di reportage sull’impatto del Programma di educazione alla pace (PEP). Leggi qui la prima parte.
Vorrei che i donatori di tutto il mondo fossero stati qui con me oggi per vedere i sorrisi sui volti dei membri del Super Team del Programma di educazione alla pace, quando ho consegnato loro i tre iPad che avevano chiesto.
Quando li hanno visti gli si sono illuminati gli occhi e mi sembrava di vedere il lavorìo dentro le loro teste, mentre immaginavano tutti i modi diversi in cui li avrebbero usati per portare il PEP a un numero sempre maggiore di persone.
È incredibile quello che i membri del Super Team hanno già realizzato, con pochissime risorse e un accesso limitato a internet: hanno offerto ben 20 seminari di educazione alla pace ogni settimana. Gli iPad li aiuteranno moltissimo nel lavoro amministrativo e per le comunicazioni e i nuovi contatti. Inoltre li aiuteranno a condividere foto, video e storie riguardanti l’effetto che il programma sta avendo sulla loro comunità, suscitando così un interesse ancora maggiore.
Come spesso accade, la TPRF è riuscita a rispondere alle loro necessità, grazie alla generosità dei donatori. In questo caso particolare, gli iPad sono stati donati alla TPRF da una persona che desidera rimanere anonima. Ma ogni donatore della TPRF, in un modo o in un altro, fa la differenza nella vita della gente, ogni singolo giorno. Il mio lavoro mi dà il grande privilegio di essere spesso in prima fila a vedere quella differenza, ed è stato un grande onore rappresentare la nostra organizzazione e mettere quegli iPad in mani tanto capaci.
Dopo aver dedicato un po’ di tempo a settarli, nel quartier generale di fatto del PEP, cioè l’ufficio di Ernest Leketi presso il Dipartimento di sviluppo giovanile del comune di Johannesburg, abbiamo fatto un giretto nel loro vivacissimo quartiere, fino all’ufficio del dott. Patrick. Lo studio medico è segnato in modo assai evidente, a un angolo di strada, con un cartello con su scritto “CHIRURGO” in lettere maiuscole rosse, ma abbiamo subito saputo che, in caso di necessità, per la chirurgia ci si deve rivolgere all’ospedale di zona.
Il dott. Patrick è medico generico e coordinatore sanitario di una ONG locale. Ci ha dato un caloroso benvenuto nel suo studio, parlandoci dei problemi medici locali e dei benefici del PEP.
Il dott. Patrick ha sentito parlare del PEP da Ernest e ha deciso di partecipare ai seminari. Si era trasferito a Soweto nel 2013, fuggendo dal suo paese natale, la Repubblica Democratica del Congo, sconvolta dalla guerra civile fin dagli anni ’90. Come tante altre persone di quel paese travagliato, è rimasto vittima di furti e ha testimoniato innumerevoli atti di violenza e distruzione.
Durante la nostra chiacchierata ha riflettuto sul fatto che i tumulti accrescono le frustrazioni e i risentimenti interiori. Ci ha anche detto di come il PEP lo ha aiutato a coltivare un profondo senso di perdono e di compassione, che gli ha dato la capacità di andare avanti nella vita. I seminari, ha detto, “ti ripuliscono la mente e ti danno più fiducia, più coraggio e speranza per cominciare una vita nuova.”
In questo corso ha visto grandi potenzialità per aiutare I suoi pazienti a superare una lunga lista di disturbi e da allora ha prescritto loro il PEP. Dice che ogni giorno, quando presenta il PEP, i pazienti gli riferiscono che li sta aiutando.
Secondo il dottore, il PEP aiuta a superare la depressione, l’ansietà, lo stress, l’insonnia e altri disturbi. Ha trovato che i livelli di pressione sanguigna spesso scendono a un livello più sano man mano che le persone vanno avanti nel corso e sviluppano una certa calma. Aiutando i pazienti a scoprire un senso di forza interiore e di speranza, il PEP sta perfino sostenendo alcuni che cercano di abbandonare il Nayaope, una droga di strada derivata dall’eroina, molto diffusa e che suscita forte dipendenza.
“Sono proprio contento di aver sentito parlare del Programma di educazione alla pace” conclude il dott. Patrick, aggiungendo che ha condiviso le sue scoperte con alcuni colleghi e che ha intenzione di discutere dei benefici del PEP in un gruppo più ampio di sanirtari, nel corso dell’anno.
Durante l’intervista i membri del Super Team ci filmavano con i loro nuovi iPad, emozionati di poter documentare la prospettiva del dottore e di poterla condividere con moltissime persone e diffondere notizia dei benefici dell’educazione alla pace.
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